Eraserhead e Prima Immagine v.o.s. | 4K

Sinossi

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Henry Spencer, tipografo, vive da solo in uno squallido appartamento fra le allucinazioni che la sua mente malata visualizza. Durante un grottesco pranzo in casa dei suoceri, apprende che Mary, la sua ragazza è incinta e viene obbligato a sposarla, Nasce un ‘baby’ mostriciattolo orrendo e frignante che la madre, disgustata, abbandona alle cure di Henry il quale, esasperato, lo uccide. Dal corpo in disfacimento del piccolo fuoriescono esseri strani che infestano la casa e la vita di Henry. Il suo equilibrio psichico, già fragile, va in frantumi e la sua mente si scatena in allucinazioni e incubi.

 

Il film è seguito dall’intervista di Pierre-Henri Gibert eseguita per la serie “L’image originelle”, dal titolo “First Image David Lynch”.

Pierre-Henri Gibert ha realizzato documentari sull’arte e sulla storia, oltre a numerosi ritratti di registi, da Jacques Audiard ad Alain Resnais, da Volker Schlöndorff a Henri-Georges Clouzot; il suo 21esimo film, Viva Varda!, ha vinto il Prix Télévision 2023 come miglior documentario.
L’Image originale è una serie di programmi TV di 26 minuti, trasmessa in Francia da CINE+ Club. Dal 2018 ha intervistato dieci registi: Olivier Assayas, Marco Bellocchio, Xavier Dolan, Agnès Jaoui, Naomi Kawase, Cédric Klapisch, David Lynch, Michel Ocelot, Joachim Trier e Lars von Trier. s

La struttura del programma è molto semplice: andare direttamente alla prima fonte di ispirazione del regista, fargli raccontare il suo esordio, i problemi e le disavventure che la produzione ha dovuto affrontare e il rapporto tra quel film e quelli successivi. Ho scelto due episodi: David Lynch che parla di Eraserhead, uno dei film più inquietanti della storia del cinema e primo atto di una filmografia ricca di mistero e trance; e Marco Bellocchio che parlano di I pugni in tasca, un film la cui potenza ribelle rimane intatta e inalterata 59 anni dopo la sua realizzazione. Due film seminali che hanno dato origine a due filmografie incredibilmente personali, caratterizzate da un profondo esame di coscienza e dalla psicoanalisi. Due film realizzati nonostante innumerevoli ostacoli e nei quali Lynch e Bellocchio hanno puntato tutto quello che avevano. Gilbert è molto abile nel far sì che due “mostri sacri” del cinema, solitamente restii a condividere i loro pensieri e ricordi, si aprano, ed è altrettanto bravo ad abbinare il loro discorso alle sequenze dei film. È raro che un programma televisivo contemporaneo ci aiuti a comprendere veramente un regista, ma il formato adottato da Gilbert ci riesce alla perfezione.


	

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